martedì 11 dicembre 2007

Calcio fuori… gioco. Un male curabile?

GIOVEDI’ 13 DICEMBRE, ore 10.00
PALACANNIZZARO "Rosario Livatino"
L’Assessorato allo Sport della Provincia Regionale di Catania e No Fair-No Play onlus invitano i giovani e gli educatori a scendere in campo.
Dibattito al limite dell’area per un piano di rilancio della passione



‘Insegnare la passione, crescere uomini veri’. E’ questo il messaggio vincente che Daniele Capuana e l’Assessorato allo Sport della Provincia Regionale di Catania in partnership con No Fair-No Play onlus, lancia al mondo del pallone, attraverso l’incontro in programma al Palacanizzaro giovedì prossimo (13 dicembre): ‘Calcio fuori… gioco. Un male curabile? – Dibattito al limite dell’area per un piano di rilancio della passione’.
L’iniziativa avrà una platea privilegiata: i dirigenti scolastici delle scuole di Catania, gli studenti rappresentanti d’istituto e i delegati dei genitori. Perché il calcio non ha bisogno di buone regole, ma di buoni uomini. E allora perché non cominciare da lì, dalle famiglie, dalla scuola e da quelli che saranno tra poco, pochissimo, gli uomini di domani?
Il dibattito, che vedrà la partecipazione di alcuni ospiti illustri, non lancerà soluzioni preconfezionate, non porgerà al pubblico ricette sclerotizzate calate dall’alto, ma solleciterà proposte da parte di chi allo stadio ci va o vorrebbe continuare ad andarci. Soprattutto di chi ancora crede a quel pallone cucito di stracci di sogni.
‘Inventiamoci così per gioco un’idea, una formula magica capace di restituire al calcio la parola piacere – dice il regista Luciano Capponi, ideatore del progetto No Fair-No Play e presidente del Comitato Etico, che il 17 dicembre porterà il suo match 2007 allo Stadio Massimino
‘Al calcio non servono nuove regole o indicazioni di comportamento – sottolinea l’Assessore Capuana – serve educazione, valori, buone consuetudini consolidate. Il ‘terzo tempo’ fa spalancare gli occhi e lanciare oh di meraviglia, ma non farà miracoli, gli addetti ai lavori sembrano non ricordare che è applicato già da due stagioni dalla serie D, non solo dal rugby’.
E allora? Scuole, giovani, donne allo stadio? Forse potrebbe essere una buona soluzione contro la disaffezione dei tifosi e la desertificazione delle tribune, ma… Ma forse al pallone serve solo un po’ di buon senso. Servono educatori, famiglie, che non hanno dimenticato cosa significa giocare e che scendono in campo ogni giorno con identica passione, anche senza infilarsi gli scarpini. Servono ragazzi capaci di misurarsi con se stessi senza trasformare la propria guerra personale in guerra del calcio e degli stadi. Serve… Forse qualche prezioso suggerimento lo darà l’incontro di giovedì 13 dicembre.
NON MANCATE!

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